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al testo di Rosetta Sacchi
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Doveva finire un venerdì la tua tribolazione, di maggio, l’aria fredda d’una finestra spalancata a spegnerti il respiro?
Non amo i fiori dai colori allegri quasi a smentire un funesto giorno. La memoria è piena di fiori rossi e gialli e di foglie a stormi e di stagioni tristi.
Esonda come un fiume in piena ed io travolta dall’impeto mi dimeno. Non so nuotare. Altro guaio, altro affanno.
Giungerò al sospirato giorno? Del ringraziamento, dico … per essere ancora viva, così sarcastica e spesso isterica, e lamentarmi della casualità?
Dovevo nascere anche quell’anno a maggio, dopo l’infausto interminabile venerdì? Odio i fiori. Anche le rose rosse, tre, appassite, il cimelio d’un altro viaggio, per altro borgo, da me distante. |
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